Due giornate di campionato sono niente. Ovviamente sono importanti, perché si comincia da qui a mettere fieno in cascina per la parte finale della stagione, soprattutto per ottenere il miglior piazzamento possibile in chiave play off. Così come partire bene e non lasciare punti per strada, avere cioè fin da subito costanza di rendimento, è determinante per mettere le mani su quel primo posto che garantisce la promozione diretta. E sarà bene ricordare, a chi magari non è preparatissimo in materia, che per effetto della riforma dei campionati, il meccanismo di questa stagione prevede ben otto promozioni dalla serie B1 alla serie A2 femminile: una promozione diretta per ognuno dei quattro gironi e altre quattro promozioni attraverso i play off, cui accedono la seconda, la terza e la quarta classificata di ogni girone. C’è insomma spazio per coltivare diverse ambizioni… Perché potrebbe addirittura accadere, nella migliore delle ipotesi, che da un girone come il nostro possano salire in A2 addirittura tre squadre ! Quindi, affermare, come ha fatto qualcuno, che non avrebbe avuto senso costruire squadre ambiziose in questa stagione, in un girone come il nostro, dove ci sarebbe una squadra di due spanne superiore alle altre, è quanto meno curioso. Così come sembrano curiose le affermazioni in base alle quali, dalle parti dell’Evangelisti, ci sarebbe stato un sostanziale “immobilismo” sul mercato… Allo stesso tempo, si mettono in dubbio, al di là della domanda di ripescaggio fatta dalla Tuum (che ricordiamo comporta dei costi, non si fa per gioco…) le reali intenzioni di Perugia di giocare in A2 !
Affermazioni come queste, in tutta franchezza, non necessitano di alcun commento. Sorprende semplicemente il livello di approssimazione con cui si offrono alla platea dei propri ascoltatori, notizie ed opinioni tutt’altro che attendibili. Giova ricordare, solo a titolo di cronaca, che nel roster della Tumm 2016-2017 ci sono state sette conferme e sei nuovi ingressi. Potrebbe essere utile spiegare che, tenendo conto del malaugurato infortunio occorso a Valentina Mearini, nel “sei più uno” che ha iniziato la gara di sabato scorso contro il San Michele Firenze sono scese in campo quattro giocatrici nuove e tre della passata stagione. Per quanto concerne i curriculum, ovvero le prestigiose esperienze nazionali ed internazionali delle atlete che compongono il gruppo perugino… rimandiamo ad un tipo di lavoro che rientra nella categoria del “documentarsi”.
Apro una parentesi personale per fare un piccolo esempio, a questo proposito. Perché, anche quando si parla di sport, è sempre meglio conoscere, reperire informazioni, leggere, studiare… se, giornalisticamente, si vuole offrire a chi ascolta o legge… un buon prodotto. Dicevo, faccio un piccolissimo esempio personale. Nelle settimane scorse, mi è capitato di fare una bellissima esperienza televisiva, conducendo per l’emittente Umbria Tv tre speciali da Foligno in occasione della manifestazione “I Primi d’Italia”, il Festival Nazionale dedicato ai primi piatti, giunto alla sua diciottesima edizione. Nel corso di questi speciali ho avuto il piacere di intervistare… politici, imprenditori, cuochi, scrittori, attori, giornalisti, medici, rappresentanti di aziende e personaggi di ogni genere… soprattutto, persone lontanissime da quello che è il mio ambito più naturale, quello sportivo. Ma, credetemi, non c’è stato un personaggio al quale io ho dovuto mettere il microfono sotto il naso, su cui non mi fossi documentato. Forse deve essere per questo che il Direttore del Dipartimento di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi, che stavo intervistando, ad un certo punto mi ha detto: “Lei è molto preparato”. No, Professoressa Coccia, io non sono assolutamente preparato, sono un giornalista dilettante che, prima di parlare con lei, si è semplicemente documentato e ha cercato di elaborare le informazioni nella maniera migliore possibile. Chiusa parentesi. Per dire che, tornando al punto di partenza, anche in una materia “semplice”, alla portata di tutti come quella dello sport, si può offrire un buon servizio cercando di essere il più precisi possibile. Per cui, in sintesi, giova ricordare che Perugia, nel corso dell’estate, ha atteso che venisse accettata la sua domanda di ripescaggio in A2 e, parallelamente, ha lavorato con il budget disponibile, secondo la propria idea di squadra, scegliendo le atlete disponibili sul mercato più vicine a quella idea. In questo modo ha allestito una formazione capace di affrontare bene sia l’eventuale A2 che la comunque certa serie B1.
Detto questo ci pare di poter dire, sulla base di una discreta esperienza sportiva, che nessuna delle squadre che militano nel nostro girone, né chi oggi è a punteggio pieno, né chi deve portare a casa il primo punto stagione, appartiene alla categoria dei “predestinati”. Tutte le squadre, quelle più ambiziose come quelle che mirano solo a salvare la categoria, dovranno passare attraverso l’unico meccanismo possibile per centrare i propri obiettivi: il lavoro. Nessuno ha nulla di garantito, così come a nessuno è precluso alcun traguardo. Non basteranno i nomi e i curriculum, così come non avere né gli uni né gli altri, manderà automaticamente qualcuno in qualche tipo di “inferno” sportivo. La storia dello sport è piena di corazzate che hanno “realizzato” flop clamorosi e di “armate brancaleone” capaci di raggiungere risultati, almeno in partenza, fuori dalla loro portata. Pensate non ci fosse una squadra più predestinata del Brasile di Zico, Falcao, Socrates, Cerezo, Junior… Quel Brasile, nel Mundial spagnolo del 1982, scrisse una delle più grandi “tragedie sportive” del calcio brasiliano. Predestinati ? Non lo eravamo di certo noi stessi quando, con il marchio Gecom, con una squadra risicata, corta, con un’età media bassissima, ottenemmo una insperata e per certi versi clamorosa qualificazione ai play off… Perché alla fine, più dei nomi e dei curriculum, oltre le qualità personali – tecniche e morali – delle proprie atlete, conta la loro capacità di lavorare insieme, la voglia di sacrificarsi, di sposare un progetto, di creare, insieme, un’alchimia… Conterà la capacità di mettere a disposizione della squadra il proprio talento e i propri difetti… E sarà determinante l’abilità del gruppo di esaltare i pregi di ognuna e di “nascondere” i limiti insiti in ogni atleta… Conterà, soprattutto, credere in un progetto, in un’idea, in un sogno e mettere ognuno il proprio tassello per la costruzione del mosaico perfetto. Tutto il resto, è e sarà aria fritta.
Noi crediamo in questo “tipo di sport” e ci piace credere che questi siano gli ingredienti necessari per creare un gruppo vincente, per far si che una stagione diventi indimenticabile. E, a noi, piacciono ancora i personaggi alla Mario Pierucci. Quelli come Mario Pierucci, che la pallavolo l’hanno inventata, ne hanno scritto la storia pionieristica nella nostra città, l’hanno masticata, digerita e insegnata a decine di dirigenti, allenatori e giocatori… Quelli come Mario, si avvicinano oggi al campionato di serie B1 femminile per dare una mano e hanno l’umiltà di affermare: “Cosa vuoi che ti dica, non conosco le squadre per poter dare un giudizio…”. Ecco, questa è la lezione che forse dobbiamo tutti ricordare… Conoscere e, soprattutto, concedere il tempo necessario alle squadre per crescere. Si sono giocate appena due partite, le squadre stanno insieme da nemmeno due mesi e solo lavorando bene in palestra, quotidianamente, potranno arrivare a dare il massimo… Vale per tutti.
La storia di questa stagione, insomma, è ancora tutta da scrivere. E nemmeno noi che ci chiamiamo Perugia, che siamo “figli” della storia pallavolistica di maggior successo di questa regione, ovviamente, ci sentiamo dei predestinati. Qualsiasi cosa, dovremo sudarcela e meritarcela sul campo. Lo sport spesso non premia i predestinati. Premia, invece, quelli che hanno creduto, di poter cambiare… certi destini già scritti…