Durante quell’estate lì, muri e primi tempi sono davvero l’ultimo dei suoi pensieri… Anche se, muri e primi tempi, hanno avuto ”un prima” e avranno “un dopo”… quell’estate. Quella è l’estate del 1994, un’estate ricca di eventi, un’estate che Maria non dimenticherà più. Non la dimenticherà nemmeno Roberto Baggio che quel rigore nella finale del mondiale americano lo calcia altissimo, scrivendo suo malgrado una storia sportiva indelebile. Non la dimenticheranno quell’estate, tanti bambini (a partire da quelli americani che lo hanno visto per primi il 15 giugno) che restano affascinati da uno dei più bei cartoni Disney di sempre: il Re Leone. E’ l’estate in cui il cuore di tante ragazze batte un po’ più forte, quando si sentono dedicare l’ultimo successo di Jovanotti: Serenata Rap. Maria, però, in quell’estate ha altro cui pensare. Maria, aspetta Valentina. Che il primo giorno di agosto del 1994, decide di venire a vedere com’è, qua fuori, il mondo dei grandi.
Muri e primi tempi Maria, li ha messi solo in standby. Come tante atlete del nostro tempo sanno, la gravidanza è solo un momento in cui ci si può fermare per dedicarsi a qualcosa di molto speciale, prima di tornare a saltare davanti alla rete, con quelle traslocazioni imparate in anni di duro lavoro. Maria non sfugge a questa regola dello sport “moderno”. Torna in palestra, nella sua Sansepolcro, torna a giocare, torna ai suoi muri e primi tempi, lei che di mestiere è diventata una mamma-centrale. E ogni volta che è possibile, Valentina è lì, in palestra anche lei, a giocare con quel pallone che mamma prende a schiaffi durante gli allenamenti. Un classico, un film comune a tante atlete-mamme e alle loro creature.
Maria gioca in serie D fino alle soglia dei trentacinque, sono gli ultimi scampoli di una carriera sportiva che darà molti frutti… Quello, è una sorta di “viaggio di andata”. Il biglietto di quel “viaggio al centro” sta per passare di mano. Valentina osserva, forse memorizza e all’età di sei anni, non ha dubbi: “Voglio provarci anche io”. Inizia così, l’altra parte della storia. Quella di Valentina, che, di cognome, fa Mearini. E’ iniziato il “viaggio di ritorno”, il biglietto del “viaggio al centro” adesso è suo.
Quella bimba che si innamora della pallavolo vedendo giocare la mamma, di strada, ne farà. Diventerà un simbolo, per quel luogo dove anche lei ha mosso i primi passi sottorete. Sì, proprio un simbolo, il fiore all’occhiello, la stella del percorso di quello che oggi è il “Gruppo sportivo dilettantistico Pallavolo Sansepolcro & Selci”. Che, in una nota stampa piuttosto recente ha scritto a proposito della propria storia: “di aver raggiunto negli anni ottimi risultati nei campionati sia femminili che maschili” e che tra le proprie file “sono cresciute atlete di livello nazionale come Valentina Mearini che milita in serie B1 con la TUUM Perugia”. Un simbolo, un gioiello da esibire in ogni occasione: questo è diventata “la Mea”. E ci pare già di vederla arrossire, con quella sua forma di timidezza che è un po’ un “marchio di fabbrica”, quella sua allergia al palcoscenico ancora tutta da vincere. Al “Borgo” si compie tutto il percorso giovanile di Valentina, fino all’approdo in serie D, ultima tappa di quel cammino. Nell’estate del 2010 il passaggio a Siena, alla Star Volley Academy (ex Mens Sana 1871), neo promossa in Serie C e guidata dalla campionessa peruviana, ex Sirio Perugia, Carmen Pimentel. Star Academy che entrando nell’orbita Wealth Planet in funzione di una collaborazione nel settore giovanile, diventa un “luogo” cui guardare con particolare attenzione. Nasce infatti da qui l’approdo di Valentina a Perugia, nell’estate del 2013. E’ un momento topico del viaggio… al centro del mondo Mearini… Quel biglietto per un viaggio nel mondo della pallavolo, passato dalle mani di Maria a quelle di Valentina, forse non basta più. E’ arrivato il momento di prendere il passaporto e metterci su un bel timbro. Quello, è un passaporto per le stelle…
Passato recente e presente sono ormai una cosa sola. Valentina Mearini, con i suoi ventidue anni appena, è una veterana di Perugia. Sta per iniziare la sua quarta stagione in maglietta nera, in un ambiente in cui è arrivata in punta di piedi (e come potrebbe essere altrimenti…) nell’ormai lontanissima stagione 2013-2014… In quella Gecom lì, lei si posiziona in “terza fila”. E’ ovvero la terza centrale, alle spalle dei “mostri sacri” Corinna e Cristina Cruciani. A diciannove anni, puoi permetterti di studiare il ruolo ad una scuola di altissimo livello. Sei una promessa, lo dice anche il tuo nickname: “The Promise”. Valentina, di solito, certe promesse le mantiene… Lei studia, memorizza, affina movimenti e tecnica. Tutte cose che poi avrà modo di mettere in pratica…. a stretto giro di taraflex.
Nel torneo successivo il minutaggio di Valentina aumenta in maniera determinante. Le centrali sono lei, Corinna Cruciani e Valentina Ciacca, vecchia conoscenza del ruolo che, pure lei, si rimette in gioco dopo la gravidanza. Ma per lei e per la Gecom le cose non vanno probabilmente come ci si aspettava. Perugia ha in mano però una carta vincente: “The Promise”. La Mea c’è, si sente e si vede. Già alla prima all’Evangelisti va in doppia cifra, nella vittoria per 3 a 0 contro Roma. Spesso i suoi, sono punti decisivi: “…c’è da attendere solo il fischio finale che arriva sul muro di Mearini a chiusura della contesa”. Il suo muro è di quelli che fanno veramente male: “…una bella ipoteca sulla nona affermazione della stagione l’ha messa il muro (diciassette i punti complessivi in questo fondamentale) con Mearini (sei) e Sghedoni (cinque) straordinarie ed eccezionalmente efficaci”. Quando ingrana, non ce n’è per nessuno: “…la situazione si fa ancor più pesante sotto le bordate di Valentina Mearini che dal centro è implacabile (16-5).” Per non dire di quando si scatena: “…una scatenata Mearini piazza quattro punti consecutivi e porta Perugia sul 7-5”. Valentina sarà dunque una grande protagonista di quella stagione chiusa dalle magliette nere al terzo posto, con annessi play off per la promozione in A2. E’ nata una stella.
Alla terza stagione con lo stesso team non ci sono più dubbi: Valentina Mearini sarà una delle pedine inamovibili della Tuum. Anche se il gioiello toscano dovrà aspettare che si sistemino certe beghe burocratiche… che rallentano l’inizio del suo torneo 2015-2016. Un peccato, certamente un piccolo-grande dolore. Non è facile, mai, per nessuno, rimanere fuori a guardare; allenarsi col solito impegno e poi sedersi lì, dietro quei tavoli accanto ai ragazzi dello staff… Si certo, le altre ti danno tutte il cinque, stanno giocando anche per te, ma non è la stessa cosa. Possiamo solo immaginare i sentimenti di Valentina in quel periodo. Credo che sia difficile non vivere certe esperienze come un’ingiustizia… E credo che, più sei buono dentro, più la vivi male un’ingiustizia… E lei “è la persona più buona del mondo, una che non dice mai di no a qualcuno che le chiede un favore…”. Lo affermano ex compagne che… la conoscono bene: c’è da fidarsi (grazie Babu…). Così, certi bocconi amari, vanno mandati giù e basta.
Comunque, una volta partita, quella sarà purtroppo una stagione di alti e bassi, di squadra e individuali… Anche se non mancheranno le piccole soddisfazioni personali per la Mea che, di tanto in tanto, nonostante la sua proverbiale ritrosia, fa capolino anche davanti ai microfoni, a fine partita… E’ quasi obbligata prima della sosta natalizia, quando dopo la vittoria per 3 a 0 su Montale le viene assegnato il premio MVP come miglior giocatrice del match, soprattutto per il contributo offerto nel tiratissimo finale del parziale decisivo, quando: “L’adrenalina era a palla” come dice lei, e insomma, ci voleva qualcuno in grado di gestire la situazione e portare a casa la vittoria. Quel torneo è finito come tutti sappiamo, ma il risultato finale non ha intaccato minimamente quanto Valentina ha saputo costruire in questi anni. Con le sue qualità tecniche, la sua disponibilità al lavoro e al sacrificio, il suo “fare gruppo”. Può sembrare banale, ma anche una crostata preparata alla vigilia della partita ha il suo meraviglioso perché…
Questa è un po’ la Mea, Valentina Mearini. Dimostrazione assoluta del fatto che il talento si affina con dedizione e passione, che se hai voglia e qualità troverai il tuo spazio. Onore e merito a chi ha creduto di poterne fare una giocatrice di alto livello (Fabio, ne sai qualcosa… ?) e a lei che ci ha messo del suo, tanto del suo. Imparando prestissimo i segreti di un ruolo che forse era già nel suo dna… O forse si è trattato solo di un passaggio di consegne, di un biglietto passato da una mano all’altra. Di madre in figlia, dal maestro all’allievo, come un viaggio di andata e ritorno. A questo punto, potete mettere in sottofondo anche la canzone del Liga, se volete… Forse, è davvero la loro canzone… “Il viaggio potente, nel cuore del tempo, andata e ritorno… il centro del mondo…”.