Guardarsi indietro, andare indietro di quattordici pagine, pagine come fossero anni e… ritrovarsi lassù in cima… Noi, con le ragazze che vestivano i colori della nostra città, dopo tredici campionati in serie A1, siamo saliti fin lassù, sull’ultimo gradino del podio. E io posso raccontarlo con la mia voce, posso urlarlo dentro un microfono a quelli che sono davanti alla tv: “…alle 20 e 50 dell’11 maggio 2003 lo sport perugino entra nella storia, Perugia Campione d’Italia…”. L’ho detto. Lo scrivo oggi, quattordici anni dopo, e non posso non sentire ancora un brivido…
Quel giorno di maggio del 2003 lei, Noemi Porzio, c’era. Con i suoi diciotto anni, con la sua maglia numero 13, lei era dall’altra parte. Era l’altra faccia della medaglia. Quella d’argento, forse bagnata da qualche lacrima… La vita è davvero curiosa. Nel momento in cui salivamo fin lassù, nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe accaduto più avanti. Per esempio che Novara, avrebbe dovuto aspettare un altro 11 maggio, quattordici anni dopo, per vincere il suo primo scudetto. Oppure, per quanto riguarda Perugia, che sarebbero arrivati altri scudetti, coppe, perfino due Champions League, griffate col Grifo perugino. Ma sarebbero arrivati anche, malinconicamente, i titoli di coda… Altrettanto difficilmente, avremmo potuto immaginare che “la Noe”, un giorno, sarebbe diventata capitano di un’altra Perugia. Di una storia diversa da quella degli scudetti e delle coppe, ma pur sempre perugina. Che lei avrebbe guidato un giorno, un nuovo gruppo perugino, a caccia di una nuova serie A…
Tutto nuovo perché.. contro l’oblio, contro vento, contro lo scetticismo, forse anche “contro” i fantasmi della storia più titolata dello sport perugino di squadra, appena un anno dopo l’ultima partita giocata dalla Sirio Perugia, arrivarono loro. Oggi, quelli come loro, li chiamano “visionari”. Quelli cioè capaci di vedere prima ancora che le cose accadano. Quelli che, senza paura, provano a guardare molto, molto più avanti… Antonio, Fabio, Massimo, insieme tutti gli altri che hanno creduto in quell’essere visionari, hanno deciso di giocarla quella sfida… Hanno scelto di navigare controvento e riportare un gruppo di ragazze sul palcoscenico del PalaEvangelisti.
Da cinque stagioni sono loro il volley rosa perugino. Cinque campionati che hanno permesso a Perugia di essere protagonista della terza serie nazionale. “Peggior” risultato ottenuto? Il quarto posto. Dunque sempre lassù, nelle zone nobili della classifica. Due terzi posti, quindi i play off, una volta conclusi al primo turno, un’altra al secondo… I regolamenti della stagione 2016/2017 hanno stabilito che anche un quarto posto vale i play off. E noi, non senza sofferenza, in quello che viene unanimemente riconosciuto come il campionato di B1 più difficile degli ultimi anni, siamo riusciti a conquistarlo quel quarto posto, quell’ultima piazza utile per poterci riprovare. La sconfitta del 18 marzo a Ravenna, sul campo dell’Olimpia, alla settima di ritorno, era stata la più classica delle docce ghiacciate. Eravamo saliti al quarto posto appena sette giorni prima, vincendo il derby col Bastia e, a stretto giro di posta, tornavamo a rincorrere… Da lì, quattro vittorie consecutive (determinanti quelle col San Lazzaro e a Montale) più il sigillo finale di Cesena.
Per riprovarci. Naturalmente, controvento. Perché il quarto posto, se i pronostici dalla nostra parte del tabellone saranno rispettati, significherà trovarsi sempre col fattore campo a sfavore in caso di “bella”. Ma questo lo scopriremo un passo alla volta. Intanto facciamo il primo di passo, che è già bello tosto. Il primo avversario è la “casa dei talenti” della pallavolo femminile italiana: il Volleyrò Casal de Pazzi; che sfiderà la nostra Tuum esibendo sulle magliette il tricolore delle campionesse italiane Under 18. Sarà una sfida molto “esperienza contro gioventù” quella che andrà in scena da sabato, quando nella capitale si giocherà il match di andata. Ma cosa sarà questo primo turno dei play off 2017 ce lo dirà, come sempre, il campo.
A noi, ovviamente, piace un sacco esserci. Perché essere qui, significa che tra le sei squadre che cercheranno di conquistare due posti in serie A, noi potremo dire la nostra. La vita e lo sport sono stati generosi… Ci hanno offerto un’altra possibilità e noi l’abbiamo conquistata, meritata, sul campo. Adesso si apre questo nuovo affascinante capitolo. Quello delle sfide con pochi appelli, delle partite da dentro o fuori. In cui forse, più della tecnica, conterà la voglia, il cuore… Conteranno le motivazioni, potrebbe contare perfino il carisma, l’esperienza, la forza di chi, di sfide così, ne ha giocate e vinte diverse… Sono i play off. Sono roba per gente tosta, per atlete che vogliono ancora dimostrare qualcosa, forse la parte migliore di loro stesse… I play off sono adrenalina, eccitazione, emozione. I play off si giocano dando tutto, fino all’ultimo pallone, all’ultima difesa, all’ultimo muro. Solo a pensarci, a questi play off, viene già voglia di giocarli… Anche controvento. Senza il fattore campo a favore, forse anche senza pronostici favorevoli. Controvento, certo è più complicato. Ci vuole un’abilità maggiore, ci vuole forse anche il gusto della sfida… Perché controvento vuol dire anche in contrasto con le opinioni altrui, la forza degli avversari, le idee dominanti. Iniziamo a Roma il nostro viaggio controvento. Proprio nello stesso luogo in cui la pallavolo maschile perugina ha ottenuto, controvento, contro tutti i pronostici, una storica finale di Champions League. Forse è il posto giusto per iniziare quest’avventura. Prendiamo i segni del destino, prendiamo il vento, e non fermiamoci più…