“Capire il vento, la ragione, il momento… Spogliarsi di ogni incertezza, inseguire un canto… Anche se per gli altri sarà follia…”. Pensando al match di domenica prossima quando, al Palasport Evangelisti, a farci visita sarà la Olimpia CMC Ravenna, chissà perché, mi è venuta in mente la strofa di una canzone di qualche tempo fa… Questo però, forse, lo scopriremo più avanti…
A Perugia arriva uno dei due volti della Ravenna femminile, di una città da sempre protagonista nel “volley rosa”, che ha deciso di recitare, con ben due squadre, un ruolo molto speciale in questo girone C della serie B1. La Teodora è prima, capolista solitaria, a punteggio pieno. L’Olimpia, appena battuta proprio nel derby ravennate, giocatosi sabato scorso al Pala De André davanti a quasi duemila spettatori, è lì, nella zona nobile della classifica. Anche la Cmc, insomma, è in quel sestetto di squadre separate da una manciata di punti, quelle che si giocheranno i posti che contano fino all’ultima giornata della regular season. Quello di domenica, sarà dunque un banco di prova importante per la Tuum, reduce dalla quinta vittoria consecutiva per 3 a 0 !
Ravenna, al femminile, fa parte della storia di questo sport. Lo sappiamo benissimo. In un certo senso, fa parte anche della storia di questo nostro primo scorcio di stagione. Infatti, guarda caso, proprio le gare contro Teodora e Olimpia, sono state inserite nel calendario come una sorta di “spartiacque” tra la serie di cinque partite che hanno visto la Tuum inanellare un filotto di successi per niente scontati.
Quello guidato da Fabio Bovari è sì un team in crescita, ma è anche un team che, da una Ravenna all’altra, dalla prima di campionato giocata sul campo della Teodora, alla prossima in casa contro l’Olimpia, ha subìto qualche scossone non di poco conto. Al debutto la rinuncia forzata ad un elemento di spicco come Valentina Mearini… L’ottimo impatto sul sestetto base di Martina Tiberi, costretta poi anche lei ai box da un infortunio… L’ingresso in corsa di Beatrice Ragnacci, che ha riallacciato un filo mai completamente spezzato, con quell’ambiente di cui era stata parte fino a pochi mesi fa. La cultura degli alibi, come Velasco insegna, non deve appartenere a nessuno di noi. Se però, tra la seconda e la sesta di campionato, non fossero arrivati i quindici punti che capitan Porzio e compagne hanno messo insieme, qualche leggerissima attenuante qualcuno avrebbe potuto invocarla. Invece le cose sono andate, comunque, nonostante tutto, molto bene. Perugia ha saputo reagire, di squadra, con organizzazione, con talento e cuore, a tutte le avversità che potevano minarne lo spirito. Un gran bel segno, una grande prova di maturità, di forza. Non solo tecnica, ma soprattutto caratteriale e morale.
Il 15 ottobre sembra lontanissimo, eppure è poco più di un mese fa. Quel giorno il debutto amaro, sul campo dell’attuale prima della classe che, da allora, non ha sbagliato un colpo. Quarantatré giorni dopo, siamo chiamati a misurarci con l’altra faccia della medaglia ravennate. Non siamo più gli stessi e siamo tutti curiosi di capire “chi siamo oggi”, dopo una serie di vittorie consecutive, nette e convincenti, al cospetto di un’altra delle grandi del campionato. Non sarà una partita qualsiasi. Sarà un test importante, per capire “chi siamo oggi”. Per questo è un momento importante, per questo dobbiamo “capire il vento, la ragione, il momento…”. Capire il vento che ci ha portato fin qui, fare in modo che continui a soffiare forte sulle vele di questa nave… Sentire il momento, le sue ragioni, e dare il massimo, proprio qui, adesso, proprio in questo momento… Per continuare a crescere nelle nostre consapevolezze, per dare un segnale importante a noi stessi e al campionato…
La vita scorre, una canzone, qualche idea, le prime righe. Poi accadono cose che fanno virare il pezzo che immaginavi, che avevi iniziato a scrivere… verso altri temi… Perché, in fondo, a pensarci bene, è proprio così che funziona la vita: la vita è ciò che accade tra una partita e l’altra.
Lo sappiamo benissimo anche noi. Noi che, da anni, lasciamo ai calendari delle nostre squadre, il compito di dettare i ritmi di una bella fetta dell’anno… Sappiamo benissimo che la “vita reale” è tutto ciò che scorre, accade, si manifesta… tra una partita e l’altra… E che c’è molto da scoprire e da imparare… tra un turno interno e una trasferta.
Ecco, accadono cose, in questo lasso di tempo, che poi ci riportano sempre ad una sorta di “punto di partenza”. Per questo, ci piace pensare che la stagione in corso non sia come tutte le altre, che ci siano un sacco di ingredienti che la stanno rendendo molto, molto speciale…
“Capire il vento, la ragione, il momento…”. Chissà perché, all’inizio della settimana, quando cominci a ragionare sul “pezzo del venerdì”, sulla prossima partita, ti viene in mente questa strofa… Forse, davvero, nulla accade per caso. La vita è fatta di segni, eventi, incontri… che arrivano, lì, in quel momento, per una ragione ben precisa.
Mercoledì mattina, molti di noi hanno letto il racconto di una parte importante della storia di Sara. Sara ha scelto Perugia, per tornare indietro e andare avanti. Sara, proprio due giorni fa, ha deciso di aprire pubblicamente il cassetto dei ricordi, quello in cui trovi tante vecchie immagini di te, anche quelle che raccontano momenti che non avresti mai voluto vivere, ma che fanno parte di un percorso, di un destino, di tutto quello che ti ha portato fin qui e che ti fa essere quello che sei… Storie, pagine, emozioni e lezioni di vita, che, oggi come non mai, ci permettono di capire che, quando parliamo di “gioielli”, a proposito delle ragazze di questa Tuum, stiamo usando la metafora più azzeccata del mondo.
“Capire il vento, la ragione, il momento…” non è la prima strofa della canzone che da anche il titolo a questo pezzo. L’incipit di questa poesia, cantata da Renato Zero, è questo: “Non è mai facile un ritorno non è, impresa da niente. Ma finalmente arriva il giorno che tu fai pace con te…”.
Niente è per caso, forse nemmeno una canzone che ti frulla per la testa all’inizio di una settimana come tante… Non sappiamo come finirà questa stagione, carica di attese e di speranze sportive… Sappiamo però che ci ha già regalato qualcosa di importante.
Il ritorno di Sara al volley, il suo ritorno in una “palestra vera”, è come un cerchio che si chiude, è un “fare pace” col proprio passato e sorridere, di nuovo, tornado a fare cose che abbiamo sempre amato…
Un ritorno come questo è un regalo che la vita ha fatto a Sara e a tutti noi. Sono questi, i regali che danno un senso a tutto.
Adesso Sara, abbiamo capito che il tuo non è stato un ritorno facile, un’impresa da niente…
Grazie per aver lasciato “la porta spalancata alla vita” e averla condivisa di nuovo con questo “pianeta sportivo” che, grazie a persone come te, può contare su una ricchezza che vale più di qualsiasi vittoria.
Grazie, perché sei di nuovo qui. Insieme a noi. Ancora qui…