E’ la diciannovenne Rebecca Rimoldi la seconda palleggiatrice della Bartoccini Gioiellerie Perugia, la squadra neo promossa nel campionato nazionale di volley di serie A2 femminile. Nata a Milano il 25 maggio del 1998, è alta 175 cm. E’ reduce da due stagioni in A2 con Pesaro (2016/17) e Monza (2015/16), dove ha conquistato in entrambi gli anni la promozione nella massima categoria. “Ho giocato in questi ultimi due anni – spiega Rimoldi – in due società che avevano obiettivi alti, ovvero la promozione che è stata centrata da entrambe. Quindi ho potuto giocare i miei primi due anni di serie A2 ad un livello alto, mi sono fatta un po’ le ossa”. Come mai ha deciso di venire a Perugia? “Sono stata contattata ad inizio estate – risponde Rebecca – dall’allenatore Fabio Bovari che mi ha presentato un po’ il progetto, quelli che erano un po’ i suoi piani per la squadra e ho visto subito un’occasione di crescita ulteriore per me, con un qualche cosa in più rispetto agli altri anni. Con la possibilità di giocare, di mettermi alla prova in una squadra ben organizzata, insieme a giocatrici con molta esperienza. Quindi ho deciso di provare”. Cosa pensa del prossimo campionato? “Ci sono squadre ben organizzate. Io però penso laddove ci sia voglia di far bene, ci sia un impegno costante da parte di tutte, poi i risultati vengono da sé. Che sia anche solo disputare al meglio delle nostre possibilità un campionato. Sono a conoscenza che ci sono squadre ben organizzate ma la pallavolo è uno sport strano, può succedere di tutto. Impegnandosi sempre poi i risultati si vedranno, qualunque essi siano”. Quale valore aggiunto pensa di portare alla squadra? “Io sicuramente do sempre il 100% di me, che sia dal semplice allenamento alla partita. Ho magari la sfrontatezza della gioventù, la voglia di fare. Credo che possa essere d’incentivo anche per le compagne. Io sono una che in palestra non sta mai ferma, zitta. Sono sempre pronta ad incitare, spronare anche nel mio piccolo. A me piace stare in palestra, arrivo sempre con il sorriso stampato in faccia. Sono sempre molto positiva e credo che questo possa aiutare, soprattutto nel mio ruolo, quello del palleggiatore. Ho notato che questo mio atteggiamento positivo – conclude Rebecca – spesso coinvolge anche le altre”.